L'Architetto Oddini

(Credits: Accademia Urbense Ovada; Colleferro Notizie-NewsLocker; CasilinaNews.it; ProfessioneArchitetto.it)

 Architetto Michele Oddini

Michele Oddini fu uno dei più apprezzati architetti (ma era anche ingegnere) italiani che operarono in diverse zone della penisola nella prima metà del secolo scorso. Nato nel 1882, discendente della nobile famiglia ovadese degli Oddini, era nipote di quel Michele Oddini che era stato Sindaco della città ed a cui è intitolata l'omonima strada "Lungo Stura". Dopo aver effettuato a Milano brillanti studi di ingegneria (presso il Politecnico) ed architettura (all'Accademia di Brera), fin da giovanissimo intraprende una fortunata attività che lo porta ad effettuare diversi viaggi in vari Paesi europei (soprattutto in Inghilterra) dove apprende le caratteristiche stilistiche di quella corrente artistica di origine belga che in Francia si chiamava "Art Nouveau", in Germania "Jugendstil" ed in Inghilterra (ma anche qui da noi in Italia) rispondeva al nome di "Liberty", le cui origini "filosofiche" si rifacevano ad uno stile di vita che ipotizzava un "ritorno alla natura", della quale si sottolineavano la perfezione e l'armoniosità delle forme. Nel giro di un decennio, a cavallo tra l'Ottocento ed il Novecento, l'Art Nouveau divenne un vero e proprio movimento mondiale che per alcune sue caratteristiche intrinseche può ben essere considerato il precursore del movimento "New Age" che si è sviluppato anch'esso in tutto il Mondo una settantina di anni dopo.
Come ogni movimento estetico, l'Art Nouveau interessò molto da vicino le arti visive e la predilezione per le forme della natura (in particolare i fiori, le piante e gli animali) condizionarono fortemente sia la pittura che l'architettura, che diventarono ben presto la componente più appariscente del movimento.
Michele Oddini, giovane architetto curioso ed entusiasta, fa sue molte delle idee ispiratrici di quel nuovo movimento architettonico che, tra l'altro, contenevano anche una buona misura di "ribellione" al classicismo dei decenni precedenti ed in cui sicuramente egli trova anche una buona dose di giovanile "trasgressione". I suoi primi progetti risalgono al 1910 ed è curioso notare che la Villa Gabrieli di Ovada ed il suo parco (progettati nello stesso anno) fanno parte delle sue prime realizzazioni, in cui troviamo magistralmente esplicate ed applicate le teorie estetiche del "Liberty" prima maniera, in cui tutti gli elementi sono accuratamente dosati e sapientemente accostati per un risultato estetico di grande equilibrio e di squisita bellezza, caratteristiche che nello stile Liberty più "tardo" dei decenni seguenti non sempre si potranno trovare, sostituite spesso da una ridondanza di citazioni spesso "pesante" e di risultato finale sovente di cattivo gusto. A questo proposito, è di tutta evidenza che dopo i lavori "giovanili" (tra cui anche diverse realizzazioni a Genova ed in Liguria), lo stile che Michele Oddini adotta per le progettazioni dei periodi seguenti abbandona ben presto l'Art Nouveau per abbracciare una tematica più "razionalista" che si rifà quasi direttamente alla "Staatlitches Bauhaus" germanica, il nuovo movimento artistico nato in Germania tra il 1919 ed il 1920 che caratterizzerà l'architettura ed il design europeo per oltre un trentennio.
Gli anni immediatamente successivi alla realizzazione del Parco di Villa Gabrieli, a partire dal 1913, rappresentano per l'Architetto Oddini un'eccezionale occasione di notorietà. Già dal 1912, infatti, il Governo Italiano, con Giolitti come Presidente del Consiglio, decide di costruire una grande fabbrica di esplosivi destinata a fornire l'esercito del Regno di tutto il materiale di cui ha necessità e, per tale scopo, costituisce un gruppo di esperti che trovi il posto adatto e, ovviamente, provveda a realizzare lo stabilimento. Il gruppo di esperti è composto dall'allora Ministro della Guerra, Gen. Spingardi, dall'Ingegnere Leopoldo Parodi Delfino, dal Senatore Giovanni Bombrini e, ovviamente, dall'Architetto Oddini. E' da notare che tutti questi personaggi sono già a quell'epoca legati tra di loro da intrecci famigliari ed economici. Il Generale Spingardi era di Alessandria ed il padre di Oddini -Gerolamo- aveva sposato un'esponente della stessa famiglia Spingardi (che tra l'altro aveva dei possedimenti nel territorio di Rocca Grimalda) mentre lo stesso Michele Oddini aveva sposato una cugina in primo grado dell'Ingegner Parodi Delfino; quest'ultimo, inoltre, era socio in affari (avevano costituito insieme una società immobiliare) con il Senatore Bombrini. Come si può ben vedere, gli intrecci tra politica, parentele ed affari non è certamente figlia della Repubblica.
 Colleferro L'Ing. Parodi Delfino si occupa della ricerca del posto adatto, e lo trova nel Comune di Valmontone, proprio al confine con Roma. Il progetto è ambizioso: creare un centro industriale e costruirvi intorno un'intera cittadina per ospitare i lavoratori e le loro famiglie. La progettazione è affidata, inutile sottolinearlo, a Michele Oddini il quale, bisogna dirlo, in quest'occasione dà prova di tutta la sua perizia ed abilità e progetta una città nuova di zecca che, oltre alle abitazioni, comprende tutto il necessario: scuola, chiesa, ambulatorio medico, farmacia, cinema e teatro, strade, servizi, fognatura, illuminazione, giardini e bagni pubblici.
Oddini, affiancato da altri valenti tecnici, progetta e dirige i lavori per sette anni, forse i più impegnativi della sua vita e della sua carriera, e mentre la cittadina prende forma anche molti nuclei famigliari piemontesi vi si trasferiscono, contribuendo alla nascita di una nuova comunità, che viene chiamata "Colleferro". Solamente nel 1920, ultimati gli ultimi fabbricati, Oddini lascia la sua creazione e si trasferisce a Genova.
 Colleferro Colleferro diventerà "Comune" nel 1935 e da quel momento inizierà la sua vita amministrativa autonoma, che continua tutt'oggi con una notevole espansione territoriale intorno al nucleo originario progettato da Oddini (nel 1935 c'erano quattromila abitanti, oggi ce ne sono quasi ventiduemila) e che non dimentica il suo creatore. Infatti, l'8 Dicembre 2016 una strada del Quartiere Santa Barbara (quello originario) di Colleferro è stata intitolata a Michele Oddini e, nell'occasione, a lui è stata anche dedicata l'etichetta di una produzione vinicola locale.
Michele Oddini, tornato a Genova, dedica i quindici anni seguenti alla progettazione di grandi palazzi per i quartieri signorili della città, di importanti ville sia a Genova che in molte località della Liguria, e di alcuni tra i più apprezzati monumenti funerari che ancora oggi possiamo ammirare nel Cimitero Monumentale di Genova-Staglieno.
Ma il "periodo romano" di Oddini non è ancora terminato. Nel 1935 viene richiamato a Roma dove, dopo aver visitato il nuovo Comune di Colleferro, viene incaricato della progettazione architettonica, insieme ad un ingegnere che si occupa della parte strutturale, di quello che diventerà il "Palazzo dei Marescialli" che, ai tempi del Fascismo erano i cosidetti "Marescialli d'Italia", cioè i massimi esponenti delle Forze Armate, superiori in grado anche ai Generali, che in quel periodo erano sette ed ai quali occorreva trovare una sede amministrativa e di rappresentanza.
 Palazzo dei Marescialli Oddini occupa il ristretto terreno destinato alla costruzione con un progetto molto sobrio e "controllato", dalle linee semplici, evidentemente derivate dal Bauhaus tedesco, ma caratterizzato da un'alternanza di fasce orizzontali di colore ottenute utilizzando pietra e travertino ed arricchite da decorazioni in bassorilievo raffiguranti aquile, teste di guerriero con tanto di elmetto calcato (che raffigurerebbero, appunto, i "Marescialli") ed altre simbologie molto care al Regime di quell'epoca. Grazie alla semplicità del progetto, i lavori, sotto la direzione di Oddini, durano poco più di un semestre e terminano nei primi mesi del 1937. Il palazzo, ancora oggi denominato "Palazzo dei Marescialli", dal 1962 è la sede del Consiglio Superiore della Magistratura.
Dopo questa sua ultima realizzazione "romana", Michele Oddini ritorna a Genova. Trascorre poi il periodo del Secondo Conflitto Mondiale nella villa di famiglia di Ovada in via Ruffini, a fianco del Parco della Villa Gabrieli che aveva progettato e relizzato trentacinque anni prima. In questi anni progetta diverse nuove ville e palazzi sia a Genova che nella zona ovadese, attività che prosegue anche nel secondo dopoguerra fino al 1964, anno della sua morte.
Una curiosità artistica di Michele Oddini è stata la sua passione per la pittura, di cui si è rivelato un ottimo esponente e per la quale prediligeva, forse in ricordo della sua giovanile passione per il Liberty, la rappresentazione dei fiori e delle piante.