Storia del Parco e della Villa.

(Credits: Accademia Urbense Ovada; Comune di Ovada; Tesi di Laurea Sig.ra Elena Gobbi; Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio Torino; Dott.ssa Paola Varese)

 Planimetria del parco nel 1920

Il Parco (oggi denominato "Parco di Villa Gabrieli") e la villa che sorge al suo centro furono progettati e realizzati negli anni tra il 1910 ed il 1913 dall'Architetto ovadese Michele Oddini su commissione dell'industriale genovese Attilio Odero al fine di creare una residenza per la Signora Dolores Gabrieli, a cui Odero era sentimentalmente legato.
La zona di costruzione fu individuata dallo stesso architetto Oddini all'interno del perimetro che si era formato dalla costruzione, negli anni precedenti, delle nuove strade Carducci e Ruffini, che venivano a delineare un nuovo quartiere residenziale che iniziava a formarsi con la costruzione di nuove residenze e ville (tra cui quella dello stesso Oddini) di famiglie benestanti ovadesi. Il terreno individuato, a quell'epoca coltivato a vigneto, era confinante con la proprietà Oddini, di proprietà della famiglia Gandini e dell'estensione di circa ventimila metri quadrati.
L'architetto Oddini, giovanissimo (aveva 28 anni) ed agli esordi di carriera, si era già fatto notare a Genova per un paio di apprezzati progetti e per questo motivo fu "scelto" da Odero per la progettazione della villa e del parco ovadesi. Oddini, brillantemente laureato a Milano in Ingegneria ed in architettura, aveva visitato negli anni precedenti l'Inghilterra, dove aveva molto apprezzato l'architettura in stile "Liberty" e, in particolare, le caratteristiche del cosidetto "giardino all'inglese", un modo del tutto particolare di concepire gli spazi verdi che era nato -appunto in Inghilterra- verso la fine del Settecento e che si era poi affermato durante tutto il secolo seguente e su cui si era poi innestata la nascita del Liberty, definito anche "stile floreale". La caratteristica principale del Giardino all'Inglese è la totale contrapposizione con lo stile geometrico del "giardino all'italiana".
 Villa Gabrieli originale Mentre il giardino all'italiana basa la sua spettacolarità nella geometria delle varie sezioni e fa della prospettiva il suo punto di forza, utilizzando anche il richiamo a tecniche "teatrali" come quinte e fondali naturali per offrire visioni d'insieme molto suggestive e talvolta spettacolari, nel giardino all'inglese è bandita la visione d'insieme (ed anche nel parco di Villa Gabrieli, da qualsiasi punto lo si guardi, non se ne ha mai una visione totale e complessiva) mentre sono esaltati gli accostamenti di elementi naturali ed artificiali (alberi di specie particolari, tempietti, ruscelli e laghetti, particolari tipi di siepi, riproduzioni di grotte naturali, angoli di natura apparentemente selvaggia, ecc.) e, fondamentale, l'effetto sorpresa, cioè un'apparentemente casuale -ma in effetti accuratamente studiata- progressione sinuosa di sentieri e vialetti che portano il visitatore a scoprire durante il percorso tutti i diversi elementi del giardino, dandogli l'impressione di trovarsi ora in una foresta, ora sulle rive di un laghetto di montagna, ora in un giardino orientale, in una successione di stimoli emozionali che giocano, fondamentalmente, sulla contrapposizione degli opposti.
Un'altra caratteristica fondamentale dei giardini all'inglese è quella di ospitare piante alloctone, cioè non originarie del territorio dove vivono. Nei giardini all'inglese, infatti, assieme a specie vegetali locali vengono inserite specie provenienti da altre parti del Mondo, talora anche lontanissime. E' il caso, ad esempio, della Betulla, del Cedro del Libano, della Sequoia, del Cedro dell'Atlante e del cosidetto "Albero di Giuda", tutte specie che troviamo presenti nel Parco di Villa Gabrieli.
 Villa Gabrieli particolare L'architetto Oddini, nella progettazione del parco di Ovada dimostra di padroneggiare alla perfezione l'argomento e mette in campo tutte le sue conoscenze sul giardino all'inglese e, nonostante la relativamente ridotta superficie a disposizione, realizza un piccolo gioiello al centro del quale pone la villa, progettata in uno stile Liberty molto sobrio ma, per questo motivo, sorprendentemente elegante. Dalle linee fondamentali esteriormente semplici ma arricchite da sobrie decorazioni in basso ed altorilievo e da una fascia marcapiano di sottotetto pittoricamente decorata con elementi floreali, presenta alcune soluzioni tipicamente "nordiche" come il bow window ed i serramenti a tapparella avvolgibile (purtroppo quasi totalmente sostituiti nei decenni seguenti da più tradizionalmente ovadesi "persiane"). L'interno -purtroppo non aperto al pubblico- svela invece tutte le caratteristiche proprie dello stile Liberty, con ambienti accuratamente rifiniti, pavimenti decorati, una suggestiva scala che reca al piano superiore, artstiche ed elaborate decorazioni in ferro battuto, pareti e soffitti pittoricamente decorati con immagini e motivi naturalistici e splendide piastrellature in maiolica decorata anch'essa con immagini di fiori, piante, animali ed uccelli. Rimangono ancora alcuni pezzi dell'arredamento originale che contribuiscono a far apprezzare ancora più compiutamente lo stile e l'accuratezza con cui questa villa fu progettata e costruita.
Dal 1913 e per circa un decennio la villa ed il parco furono occupati dalla famiglia della Signora Dolores Gabrieli. Concluso il loro periodo di permanenza in Ovada, la villa ed il parco furono venduti dapprima, nel 1930, alla famiglia Scarsi di Ovada e, in seguito, furono acquisiti dalla ditta "CIELI", che gestiva la produzione e la distribuzione dell'energia elettrica in Ovada e che la adibì a sede amministrativa ed operativa.
Nel 1962, a seguito della nazionalizzazione dell'energia elettrica, tutto il complesso venne trasferito in proprietà all'ENEL, che nei locali della villa mantenne gli uffici amministrativi locali fino a che non furono trasferiti presso la nuova sede (peraltro anch'essa ormai dismessa) di Corso Italia.
Dopo un ulteriore trasferimento in proprietà alla Montedison la villa ed il parco entrarono nella disponibilità patrimoniale del Comune di Ovada, che nel 1978 concesse i locali della villa alla neonata Unità Socio Sanitaria Locale 74 e nel contempo, dopo una completa risistemazione, destinò l'area circostante a parco pubblico.
 Fabbricati demoliti Verso la fine degli anni Ottanta del secolo scorso, si prospettò in Ovada la necessità della realizzazione di un nuovo complesso ospedaliero in sostituzione del vecchio ospedale. Il Comune di Ovada, in accordo con le autorità sanitarie locali, decise di concedere un'area del parco per la costruzione del nuovo ospedale. Tale area, prospiciente alla via Ruffini, non era considerabile come vero e proprio "parco", poichè comprendeva una serie di fabbricati, anch'essi costruiti in contemporanea alla villa, adibiti a servizi, stalle, magazzini, scuderie e rimesse, ivi compresa una casa destinata all'abitazione del personale (ne vedete alcuni nelle foto a fianco).
 Fabbricati demoliti Tali fabbricati furono demoliti e nella parte da essi occupata fu realizzata la costruzione del nuovo ospedale. Nel contempo, il Comune di Ovada cedette il parco e la villa all'Azienda Sanitaria, con l'impegno da parte di quest'ultima (stipulato mediante apposito concordato) di mantenere il parco aperto al pubblico e di provvedere alla sua manutenzione. All'interno della villa l'Azienda Sanitaria installò invece gli Uffici della Direzione Sanitaria, Amministrativa e Tecnica, ancora oggi ivi ubicati ed in attività.
Nei decenni seguenti, a causa delle successive trasformazioni del servizio sanitario, il parco e la villa divennero proprietà dell' Azienda Sanitaria Locale Alessandria (ASL-AL). Le difficoltà economico-organizzative che hanno interessato la gestione delle Aziende Sanitarie Italiane e, in particolare, il Piano di Rientro che ha interessato la Regione Piemonte (che gestisce la sanità regionale) negli ultimi lustri, hanno fatto si che l'Azienda Sanitaria non sia stata (e non sia tuttora) più in grado di assicurare gli interventi di manutenzione del parco e della villa se non per una ridotta ordinarietà.
Nell'ultimo decennio, a supporto del parco, sono intervenute un paio di associazioni di volontari appositamente costituite che per alcuni anni hanno provveduto all'esecuzione dei piccoli lavori di manutenzione ordinaria (taglio erba, pulizia, cura delle siepi, manutenzione del laghetto, ecc.). Alla scadenza delle apposite convenzioni, purtroppo, tali associazioni hanno cessato la loro opera ed il parco, nel giro di alcuni anni di mancata manutenzione, si è ritrovato, purtroppo, in una grave situazione di degrado.
Nel 2015, infine, è stata elaborata da parte dello staff medico del Day Hospital Oncologico dell'Ospedale l'idea della creazione, all'interno del Parco, di un Giardino Terapeutico (Healing Garden) per i pazienti e per i loro famigliari, al fine di sfruttare le capacità terapeutiche derivanti da un approccio alla natura per un miglioramento delle condizioni di vita psico-fisiche sia dei pazienti che di tutte le persone che fruiscono dell'area verde.
In quest'ottica, le associazioni di volontariato oncologico operanti in Ovada (Associazione VELA e Fondazione CIGNO) hanno promosso una grande opera di rivalorizzazione del Parco che ha portato, grazie all'opera di nuovi e vecchi volontari ed alle donazioni disinteressate di materiali ed attrezzature da parte di diverse aziende private, ad una prima stagione di ripristino che durante l'estate dell'anno 2017 ha visto il Parco riprendere il suo aspetto più gradevole e, l'anno seguente, la candidatura del Parco a "Luogo del Cuore FAI 2018". Contemporaneamente, sono state organizzate alcune manifestazioni musicali (di cui parliamo in pagine a parte) per finalizzare la raccolta di fondi in favore dei lavori di cura e manutenzione.
Ad oltre un secolo dalla sua realizzazione, il Parco di Villa Gabrieli è tuttora vivo e rappresenta una delle migliori realtà storiche, artistiche e naturalistiche della nostra città.

 Planimetria del parco nel 1920